Archivio Tag: Centro Diocesano Vocazioni

Tu sei bellezza

CV24 Copertina Articolo 'Tu sei bellezza'

Qual è il sogno che Dio ha per me? Per me, sì, proprio per me… E, ancora prima, perché Dio dovrebbe sognare di me, della mia esistenza, della mia vita? Sono davvero meritevole del suo sguardo, della sua “attenzione”? Una domanda, la prima, che si è inserita con forza nelle fasi iniziali del campo vocazionale. Sebbene non si tratti di una domanda “nuova” per la … Continua a leggere Tu sei bellezza »

L’esperienza dei Gruppi Vocazionali “Il Mandorlo” e “Il Sicomoro” propone ogni anno un campo vocazionale, che mette a tema l’amicizia con Gesù e con i compagni di cammino.

Quest’anno il campo si svolgerà ad Assisi e sarà nei giorni che vanno dall’8 al 13 agosto.
Assisi, in particolare, ci darà l’opportunità di percorrere le vicende e la vita di san Francesco e di santa Chiara e ci donerà anche di incontrare il beato Carlo Acutis, giovane testimone dei nostri giorni.
Il tema, poi, seguirà quello suggerito dall’Ufficio Nazionale Vocazioni: “Creare Casa” (ChV, 217).

I santi sono uomini e donne che hanno lasciato spazio a Cristo nella loro casa interiore. Sono testimoni di accoglienza di fratelli e sorelle poveri e indifesi. Sono stati – e sono tutt’ora – esempio di vita cristiana compiuta perché donata; una vita nuova ricevuta in dono e offerta al mondo.
Con le ragazze e i ragazzi che parteciperanno desideriamo quindi metterci sulle strade di testimoni attraverso racconti di vita, giochi e momenti di fraternità, perché, affascinati e attratti dal vangelo di Gesù, loro possano tradurre nel proprio cuore, nei propri affetti, nella propria intelligenza quanto sia bello creare in sé una casa che sappia accogliere Cristo e che si lasci amare da lui. La vita allora può svolgersi nel dono di sé in maniera libera e gratuita.

Per quanti vogliano chiedere informazioni e iscriversi al campo vocazionale, è possibile fare riferimento al numero 349 291 4796 o, in alternativa, all’indirizzo di posta elettronica ‘cdvocazionichioggia@gmail.com‘.

 

Don Giovanni Vianello,
Direttore dell’Ufficio Diocesano Vocazioni

Per il giorno sabato 2 marzo 2024, presso il Seminario Vescovile Diocesano, a partire dalle ore 20:00, è stata programmata una cena come occasione di presentazione ufficiale di Esperienza Missionela proposta missionaria diocesana che prenderà avvio – con un percorso formativo di quattro incontri – nel corso del mese di febbraio 2024.

Si tratta di un’occasione che si propone, da un lato, di condividere il significato profondo dell’esperienza missionaria e, dall’altro, una raccolta fondi finalizzata all’autofinanziamento della proposta di missione presso la parrocchia di Bwoga-Chioggia, in Burundi, nel corso della terza e della quarta settimana del mese di luglio 2024.

La Diocesi di Chioggia propone un percorso formativo in vista di un’eventuale esperienza missionaria in Africa, per vivere la quotidianità, l’annuncio e l’impegno dei missionari, confrontandosi con altre culture e condividendone la fede.

L’esperienza si svolgerà durante la terza e la quarta settimana del mese di luglio 2024 presso la parrocchia di Bwoga-Chioggia, in Burundi, dove operano le suore della Congregazione delle Serve di Maria Addolorata, e i giovani partecipanti avranno la possibilità di offrire un tempo di animazione, realizzare qualche lavoro nella scuola in costruzione – sostenuta anche con le offerte del tempo di Avvento della Caritas diocesana – e fare esperienza delle tradizioni locali.

Si tratta, quindi, di una proposta che arricchirà per primi i partecipanti ma che potrà anche diventare successivamente testimonianza e annuncio nelle comunità diocesane.

“Creare Casa”

Dal 3 al 5 gennaio 2024 si è svolto a Roma il consueto Convegno Nazionale Vocazioni. Questo appuntamento è diventato una tappa fissa all’inizio dell’anno per il Centro Diocesano Vocazioni, che, sfruttando la modalità online per seguirlo, si è ritrovato in quei tre giorni presso Casa San Luigi delle Serve di Maria Addolorata, a Sottomarina. Il tema del Convegno, organizzato dall’Ufficio Nazionale per la Pastorale … Continua a leggere “Creare Casa” »

Il 28 e 29 dicembre 2023 si è svolta una due giorni di fraternità con i Gruppi Vocazionali “Il Mandorlo” e “Il Sicomoro”. Giorni intensi, ricchi di incontri e di amicizia.

Il primo giorno ci ha visti pellegrini a Venezia, alla Basilica di Santa Maria della Salute, dove abbiamo celebrato l’eucarestia affidando a Gesù per mezzo di Maria il cammino che stiamo facendo. Sia alla Salute sia alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari (nel pomeriggio) siamo stati accolti e accompagnati da guide che ci hanno introdotti nella storia e nella fede del popolo veneziano attraverso l’arte. Una fede ancora viva, quella cristiana, che oggi intercetta anche noi e che ci provoca a vivere dei “tempi” e dei “luoghi” significativi che ci aiutino a conoscere e approfondire la nostra vita. Uno sguardo al passato e uno al presente, sulle nostre vite, per aprirci a un futuro pieno di sogni e di speranze. Perché Gesù ci raggiunge ancora, da una storia che ci precede e in una storia che ci attende, venendoci incontro dal futuro e aprendoci alla speranza.
Il Natale è Gesù in mezzo a noi e vogliamo aiutarci a scorgere la sua presenza.

Dopo la notte trascorsa insieme in seminario, il venerdì abbiamo dedicato del tempo per riscoprire il valore dell’amicizia, attraverso il gioco, e nel metterci in ascolto della Parola di Dio che la liturgia ci ha offerto nel tempo natalizio.

In questa fraternità, le ragazze e i ragazzi hanno saputo condividere anche la loro fede. C’è chi ha descritto il suo rapporto con Dio come in un dialogo con un amico; c’è chi ha espresso il bisogno di preghiera perché sente che è esperienza di bellezza; chi ancora sente che può perdonare gli altri perché si sente perdonato da Gesù; chi ha espresso la bellezza della vita cristiana sperimentata nell’arte; chi si è lasciato provocare dalle parole della Liturgia del giorno o dalle riflessioni fatte. Insomma un’opportunità per quanti hanno vissuto questa esperienza, per sentirsi amati da Cristo e responsabili di questa misura d’amore nel mondo.

Le ultime ore sono state dedicate all’ascolto di due giovani testimoni: Daniele Mozzato (seminarista) e Nicola Chieregato (giovane del Gruppo Vocazionale “Il Cedro”). Ci hanno spronato a riflettere sulla vita cristiana come un cammino in comunione con altri fratelli e sorelle, dove si impara a lasciare spazio a Gesù e all’azione del suo Spirito, diventando capaci di scelte mature e decisive per la vita.

Richiamati a vivere fraternamente tra noi e con tutti abbiamo fatto nostre le parole del Vescovo Giampaolo, che durante i Vespri ci ha fatto riflettere su come Cristo ci ha salvati e noi siamo oggetto di questa vita nuova che è venuta ad abitare in mezzo a noi con il suo Natale.

Équipe del Centro Diocesano Vocazioni

In ognuno di noi c’è sempre quella voglia nascosta di lasciarsi sorprendere dalla vita, da quel Cammino che è stato sognato su misura per noi dal Signore che, a volte, ci scombussola i piani.
Così è successo a me quando ho deciso di accettare la proposta di partecipare al Campo Vocazionale (dal 28 agosto al 2 settembre), un’esperienza che non avevo previsto ma che mi ha arricchito di tanti incontri inaspettati, di testimonianze che hanno aperto in me domande, curiosità e momenti di riflessione.
Abbiamo vissuto con le ragazze e i ragazzi giornate molto intense in cui abbiamo incontrato e ascoltato testimoni della fede nella poliedricità delle vocazioni. Mi ha colpito quanto emergeva in tutte le storie, come ogni strada fosse sempre illuminata dal rapporto di amicizia con Gesù.

Nell’incontro con le suore Carmelitane Scalze di Bologna, nel quale abbiamo conosciuto suor Veronica e suor Teresa Benedetta, le monache di clausura hanno interagito con noi restando dietro la ‘grata’ e comunicandoci tutta la loro gioia di dedicarsi a Gesù e di custodire la loro vita in quella casa. Questa ‘grata’ quindi è per loro segno di custodia della preghiera e non di distacco dal mondo, come rispecchiava la loro viva testimonianza.
Mentre parlavano della loro vita e della loro vocazione, ho notato quanto fossero piene di gioia, sempre con un volto lieto e questo mi ha fatto riflettere. Per suor Veronica, ad esempio, la vocazione non è stata chiara fin da subito, ma frutto di anni di lotta interiore prima di pronunciare il suo “Sì”. L’altra cosa sorprendente che ho scoperto è che la vita in clausura non è distante e limitante come si potrebbe immaginare bensì un luogo dove nella preghiera si possono raggiungere tutte le persone nel mondo, come ci ha testimoniato suor Teresa Benedetta. La vera libertà non sta nel poter fare tutto ciò che si vuole, ma nel liberare il cuore da ciò che lo blocca per potersi donare a un amore più grande.

Un altro momento per me significativo è stata la giornata trascorsa all’Opera Padre Marella, sacerdote originario della diocesi di Chioggia, insegnante presso il nostro seminario vescovile e poi emigrato a Bologna. L’Opera si occupa di accogliere le persone più fragili, offrendo supporto nella povertà e costruendo una prospettiva di rinascita, lavorando sulle potenzialità di ciascuno, favorendo l’indipendenza. Forse ho prestato più attenzione alla figura di Padre Marella e ai collaboratori dell’Opera perché era il centro tematico del campo vocazionale e, nonostante provenisse dalle nostre zone, non ne avevo mai sentito parlare. In particolare, di lui mi ha colpito la semplicità con cui viveva, la sua carità incondizionata verso i ragazzi, i giovani e i bisognosi, la sua obbedienza alla Chiesa e la sua umiltà, anche nell’accettare la sospensione a divinis.
L’esempio di Padre Marella e l’impronta che lui stesso ha lasciato a chi oggi lavora all’Opera, seguendo lo spirito “Caritas Christi urget nos”, mi fa pensare a una frase che spesso è stata ripetuta durante il campo e che può essere di grande ispirazione: “Gesù è vivo e continua ad attirare le persone”.

Ci sarebbero ancora tante cose da raccontare di questo campo: tante emozioni e tante sensazioni, che possiamo riassumere nel versetto “Cristo ci ha liberati per la libertà” (Gal 5,1), frase che è stata il filo conduttore del campo. All’inizio questa frase mi sembrava quasi incomprensibile ma dopo questa esperienza, ha acquisito un nuovo significato nella mia vita. Forse la chiave sta proprio nella libertà di lasciarsi amare da Gesù.

 

Anna Gobbo
Giovane del Gruppo Vocazionale “Il Cedro”

Una luce ha avvolto il Campo Vocazionale che si è tenuto a Bologna nell’ultima settimana di agosto con ventitré tra ragazze e ragazzi dei Gruppi Vocazionali “Il Mandorlo” e “Il Sicomoro” e una decina di giovani.

“Verrà a visitarci un sole che sorge dall’alto” è la frase che troviamo nel Benedictus e che abbiamo recitato al mattino con le lodi.
Il Sole che sorge ha cambiato la vita di suor Veronica, la prima testimone che abbiamo incontrato. Suor Veronica è una suora carmelitana scalza originaria di Sottomarina, che da dodici anni vive in monastero a Bologna. Ci ha raccontato la sua storia, soprattutto del momento del suo innamoramento di Cristo. Una decisione interiore presa proprio passeggiando sulla spiaggia di Sottomarina una mattina presto, al sorgere del sole. Un momento decisivo in cui ha sentito svanire ogni sua umana incertezza, sentendosi interiormente libera di seguire la sua vocazione al Carmelo.

Libertà: una parola che ha attraversato tutta la settimana, essendo il tema del campo: “Cristo ci ha liberati per la libertà” (Gal 5,1).
Una frase tanto cara al Beato Olinto Marella, figura che abbiamo incontrato il mercoledì, giornata centrale del campo. Visitando il museo multimediale, abbiamo conosciuto la sua storia di sacerdote attento ai più bisognosi, in particolare bambini orfani, prima a Pellestrina e poi a Bologna, dove ha fondato la Città dei Ragazzi: un’opera di accoglienza viva ancora oggi. Qui ci ha raggiunto il nostro Vescovo Giampaolo, che ha condiviso con noi la conoscenza del Beato. Inoltre, ha presieduto l’Eucaristia e incontrato personalmente le ragazze e i ragazzi in un dialogo in cui ognuno di loro ha potuto esprimere liberamente le proprie domande.

Il Vescovo ci ha invitato a essere liberi e a toglierci le maschere che troppo spesso tendiamo a indossare per apparire ciò che piace ‘agli altri’.
Maschere che sicuramente hanno tolto i giovani che abbiamo incontrato nella casa “La via di Emmaus”, dove questi hanno iniziato un cammino di discernimento vivendo in comunità e frequentando i loro luoghi di lavoro. A “La via di Emmaus” siamo stati accolti da don Ruggero, iniziatore di questo progetto iniziato alcuni anni fa partendo dalla richiesta di due ragazze.
Tra i giovani che ci hanno accolto c’è Ilaria. Lei aveva una vita “normale” con tutto ciò che le serviva: un posto fisso come insegnante, un fidanzato, eppure sentiva una certa infelicità. Così ha deciso di abbandonare le sue certezze, per mettersi in ascolto e in ricerca di qualcosa che la potesse rendere davvero felice. Il cammino in Casa Emmaus e il lavoro su sé stessa le hanno dato il coraggio di ripartire daccapo e oggi ha un nuovo lavoro e un nuovo fidanzato, ma soprattutto è felice, come abbiamo intuito dalle sue parole e dai suoi occhi pieni di luce. Siamo rimasti colpiti dal suo coraggio di come ha saputo lasciare tutto, forse anche con un sentimento di paura, ma con la certezza che il Signore cammina al suo fianco.

“Gesù vi guarda, vi conosce… e vi dice: non temete!” ripeteva papa Francesco nell’omelia della Messa conclusiva della Giornata Mondiale della Gioventù, e da questa esperienza lo abbiamo constatato. Ce lo hanno ricordato anche Anna (del Gruppo Vocazionale “Il Cedro”) e suor Angelica (delle Serve di Maria Addolorata di Chioggia) che durante l’adorazione eucaristica del venerdì mattina, hanno portato la loro testimonianza dell’esperienza vissuta a Lisbona, riprendendo alcune parole che le hanno accompagnate.

Anche altre esperienze hanno scandito il nostro programma: per esempio, la visita a Monte Sole, teatro dei rastrellamenti nazifascisti che hanno eliminato centinaia di civili. Tra questi emerge la testimonianza dei loro preti decisi a non lasciare la loro gente fino a condividerne la morte.
Qui, una camminata immersi nel silenzio di questi luoghi ci ha fatto raggiungere i due monasteri presenti sul Monte: uno di monaci e uno di monache dossettiani. Li abbiamo incontrati assieme a una coppia di sposi appartenenti alla loro comunità.

In questa settimana abbiamo anche vissuto la visita alla basilica di San Petronio con la spiegazione della piazza antistante; l’incontro con Suor Maria delle Paoline, originaria di Pellestrina; la visita alla chiesa del Corpus Domini, dove è custodito il corpo incorrotto di Santa Caterina de’ Vigri.
Le ragazze e i ragazzi hanno vissuto anche un tempo penitenziale.

Questa settimana insieme possiamo dire che è stata come una sosta: non solo abbiamo vissuto giornate intense di amicizia, ma abbiamo incontrato anche tante realtà che ci hanno spinto a porre delle domande su di noi e sulla nostra vita, come il sole che sorge e viene a illuminare il nostro volto improvvisamente facendoci brillare gli occhi di una luce nuova.

 

Federico Cerruti
Membro del Centro Diocesano Vocazioni

Anche per l’estate 2023, viene proposto un campo vocazionale per ragazze e ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 18 anni: “Un meraviglioso poliedro. Sulle orme di Padre Marella.

La proposta si terrà da lunedì 28 agosto a sabato 2 settembre 2023 nei pressi di Bologna, dove si ripercorreranno i luoghi in cui ha vissuto il Beato Olinto Marellaal quale, in occasione della sua beatificazione, è stato intitolato il Seminario Vescovile Diocesano – e altri santi e si incontreranno le testimonianze di persone che vivono la fede.

Sarà anche occasione per trascorrere una settimana di fraternità e per costruire o approfondire delle relazioni significative di amicizia.


Per iscrizioni, richieste di informazioni e di chiarimenti: Don Giovanni +39 349 291 4796

Gli astronomi dicono che l’universo è in espansione, eppure la cosa strana è che non ne percepiamo l’evoluzione, almeno non nell’immediato. Come un fiore che sboccia, così è lo spazio dell’universo che si allarga. È difficile anche immaginarlo questo universo senza ‘infinito’ e in allargamento.

Anche la vita di ciascun uomo e ciascuna donna nello stato iniziale è percepibile a pochi: dapprima solo alla madre, poi al padre, ai famigliari, agli amici, fino a diventarne un segno visibile a tutti. In seguito al concepimento, sarà la nuova vita, nello scorrere del tempo, ad allargare il raggio delle proprie importanti relazioni che arricchiscono l’esistenza e la rendono un valore per molti. Oggi poi, parlare di relazioni implica anche uno sguardo su quella realtà del mondo virtuale che tanto reale risulta ai più giovani che costruiscono veri e propri intrecci relazionali che non hanno confini geografici e che si allargano a continue possibilità.

Insomma, l’universo è in espansione, la vita è un arricchirsi di relazioni, cosa può dare in più la dimensione della propria vocazione? Questa sembra non aggiungere nulla a tutto il mondo di relazioni, di affetti, che già abbiamo. Invece, la scopriamo come un venire alla luce, come un’espansione di qualcosa che ci abita fin dall’origine della nostra esistenza, come una vera espansione, non fuori di noi, ma primariamente dentro il nostro cuore, dentro la vita che ci abita, dentro al nostro essere, in quella vita ‘interiore’, quella abitata dallo Spirito che ci è dato in dono nel Battesimo, in quella dimensione che si chiama coscienza, desiderio, volontà, spirito, vita. L’esistenza viene delineata dalla vocazione, ossia sente che è chiamata a una gioia più grande e duratura, sente che qualcosa la sta dirigendo, svegliando, spingendo, verso nuovi orizzonti, che si scoprono più luminosi per la propria storia, inaspettatamente più profondi all’animo nostro perché hanno la misura della gratuità, della carità, dell’amore, la misura di quell’espansione umana e divina avvenuta nella risurrezione di Cristo e donata a tutti coloro che credono in Lui.

Ogni uomo e ogni donna che s’incammina lungo la strada della propria vocazione comincia a espandersi nelle virtù cristiane che rendono le dimensioni umane più belle e più utili al mondo. Ogni uomo e ogni donna, se innestati in questo punto di esplosione, che a volte avviene in un percorso semplice e lineare, altre può avvenire grazie a un incontro particolare che piano a piano fa crescere in cuore una passione per il vangelo e per gli uomini, non può che fare della propria vita un dono continuo, come ci testimoniano i santi. La vocazione è la perla preziosa, è accogliere la possibilità che la vita si svolga, si declini, si consumi, in mille risvolti, ma sempre per Gesù. La vocazione è l’esplosione dell’amore che il risorto ha donato alle nostre povere esistenze e che ciascuno sente di dover riversare a Lui attraverso l’amato o l’amata della vita, oppure in una totale dedizione a Dio e ai fratelli nella verginità. Se la vita ci è data per vivere da figli di Dio, la vocazione ci spinge a rinvigorire, quotidianamente e nella modalità pensata per noi, quella fede che Cristo ci ha donato e che ci spinge a testimoniare agli altri il suo regno.

“Un meraviglioso poliedro” è il tema della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni ed è proprio questo che avviene quando ci guardiamo tutti e ci scopriamo missionari di quell’unica esplosione che lo Spirito Santo continua a far ardere nei nostri cuori. Avviene un vero riflesso della sua luce, un bell’intreccio di colori e forme che espandono quell’unica Luce che nella storia ne riflette le sfumature di salvezza.

Vorremmo che questo raggio di luce fosse accolto da tutti, vorremmo fossero tanti i giovani e le giovani a sentire esplodere in cuore il fuoco divino, a custodire quel ‘roveto ardente’ che è dato in dono. Anche le braci smorte riprenderebbero a divampare fortemente.

È bello scoprire la vocazione come il manifestarsi in noi di una “espansione” della vita, come una “esplosione” che ci mette in relazione profonda con chi ci sta accanto, una relazione originale che rispetta la storia di ciascuno e ne diviene trama dentro la quale Dio pian piano si rivela e conduce a conoscerlo e ad accoglierlo nella sua singolare amicizia. È bello anche rendersi conto che la propria storia è intrecciata da altre storie, vite esplose – più o meno – altrettanto belle e uniche. Ogni vocazione, poi, esiste dentro un fiume di esistenze piene di senso e verità che hanno permesso che tutto ciò accada. Questo fiume è l’insieme di battezzati che vivono, come possono, la loro esistenza come vocazione, come chiamata, come scoperta di ciò che rende la vita più bella e più vera e cercano di comunicarlo agli altri con dono gratuito.

I Battezzati sono questo fiume dove si perpetua l’alleanza d’amore tra Cristo e la Sposa, quindi con ogni uomo e ogni donna che ne costituisce il Corpo Mistico. La secolare tradizione della Chiesa, poi, suggerisce anche vie vocazionali chiare, seppur sempre reinterpretate lungo i secoli e rinvigorite dalla fantasia dallo Spirito che tutto rinnova.

Mi riferisco alle vocazioni alla vita sponsale, alla consacrazione o al ministero ordinato. Sono strade che manifestano la possibilità di un compimento della vita dentro una via di senso riconosciuto e scoperto vero e prezioso per sé e per gli altri. Diventano possibilità di vivere la vita donandosi sempre e comunque dentro tutti i meandri della propria storia e di quella del mondo. Ciascuna di queste sono l’una per l’altra fonte di arricchimento, sfumature di quella verità che Dio in Gesù ci ha rivelato: il suo amore per tutti gli uomini. Per te e per me. Dio, come una madre e un padre, continuamente ha cura di noi e non ci abbandona, anzi, ci arricchisce di molteplici segni del suo amore suscitando continuamente chiamati a vivere di Lui e a testimoniarne la sua presenza in questo mondo e la sua sete di noi tutti finché giungiamo nel seno del Padre dove circola, ha origine e si espande il suo regno d’amore.

Tutte le vocazioni vivono tra loro una feconda circolarità divenendo ciascuna riflesso per le altre di quel dono d’amore che Dio ha donato alla sua Chiesa. È passato il tempo in cui si concepivano alcune vocazioni come ‘superiori’ rispetto alle altre (perché più vicine a Dio). Oggi comprendiamo che si può crescere reciprocamente e questo rende bella l’esistenza particolare di ciascuno.

La vocazione oltre a esser un’espansione interiore dell’uomo che risponde a una chiamata di Dio, è anche un’esplosione che non avrà fine, sia personalmente che storicamente, perché continuerà a manifestarsi lungo la storia dell’universo quell’unico “amore che move il sole e l’altre stelle” e tutto espande.

 

Don Giovanni Vianello
Direttore dell’Ufficio Diocesano Vocazioni