Pastorale giovanile e pastorale vocazionale: l’attenzione della Chiesa ai giovani

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Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, quando venne a celebrare la messa per la GMG a Chioggia “Io, te e Rio” ebbe a dire che la pastorale giovanile è la pastorale ordinaria, perché è l’azione della Chiesa impegnata a curare i germogli che piano piano crescono. Così il Servizio di pastorale giovanile è strettamente legato alla pastorale vocazionale. Sempre, anche nella nostra Diocesi, questi due uffici sono andati a braccetto, a volte anche perché l’incarico era affidato alla stessa persona, questo non toglie che le due equipe dei due uffici non abbiano a lavorare insieme per cercare mostrare l’attenzione e la cura della Chiesa verso i giovani. Proprio negli ultimi anni sono nati 2 percorsi dedicati a due target diversi di giovani, che vogliono aiutarli a crescere nella scoperta dell’amicizia con Gesù, e poter sperimentare in quell’incontro con lui quanto hanno provato generazioni e generazioni di cristiani che hanno scelto di seguirlo come discepoli e poi diventandone apostoli.

Il primo Cammino nato ormai 6 anni fa: Pol-live (Polesine vivo) dedicato agli adolescenti delle scuole superiori dei Vicariati di Ca’ Venier, Cavarzere e Loreo. In questi ha avuto sede presso l’oratorio salesiano di San Giusto; e quindi è nato anche da una collaborazione stretta con la Congregazione fondata da Don Bosco.

È un percorso intenso, profondo, che in questo anno si interroga ancor più sulle modalità migliori per comprendere la diversità delle tipologie di giovani, di desideri, di stili di vita, di proposte che esistono, anche prevedendo una modalità itinerante nel territorio per far conoscere e apprezzare questa esperienza.  Sono presenti alcuni presbiteri, e animatori che dopo essere stati animati in questa esperienza ora portano il loro contributo. Gli incontri sono a cadenza mensile.

Il secondo percorso è nato lo scorso dal desiderio di coinvolgere maggiormente un luogo piccolo, ma prezioso per la nostra Diocesi: il monastero delle Suore Clarisse adoratrici Cuore Immacolato di Maria in Porto Viro. Il percorso si chiama “Shemà” espressione ebraica, che significa ascolta, ed è il principale atteggiamento con cui si pone il pio ebreo, ma anche noi, che per scoprire la presenza del Signore dobbiamo affinare proprio questa propensione.

Il primo anno ha avuto come tematica la scoperta del riconoscersi figli di Dio.  Quest’anno la tematica è legata alla sequela. Gli incontri, a cadenza mensile, sono strutturati in modo da avere un tempo di ascolto della Parola di Dio attraverso una testimonianza, quindi un tempo di adorazione Eucaristica per concludere con un tempo dedicato alla risonanza e alla condivisione.

L’orario è dalle 21 alle 22.45, l’ospitalità è resa ancora più calda dalla presenza e dall’accoglienza delle Sorelle clarisse.  Il calendario, salvo modifiche dovute alla vigente situazione pandemica, è il seguente: 6 novembre, 4 dicembre, 15 gennaio, 12 febbraio, 12 marzo, 16 aprile, 14 maggio.

Tante volte ci spaventiamo di fronte alle nuove generazioni, Gesù invece ci insegna a non spaventarci, anzi pensiamo al suo sguardo verso quel giovane ricco (“Gesù, fissatolo, lo amò” –Mc 10,21), anche noi coi giovani riusciremo a far breccia nei loro cuori, attraverso i giovani stessi. È vero, quel giovane se ne andò triste, ma come Chiesa, non dobbiamo scoraggiarci e proporre percorsi e atteggiamenti dove un giovane, come Pietro, Giacomo e Giovanni hanno provato davanti alla Trasfigurazione affermando “Che bello è per noi stare qui”, quello è il punto iniziale per un cammino di sequela e donazione totale.

 

don Yacopo Tugnolo