Oggi, forse più che in passato, è difficile immaginare una possibile associazione tra l’espressione ‘godersi la vita’ e un’esperienza di fede. Dopotutto, capita spesso di ascoltare, da chi si propone di rappresentare il mondo giovanile, esattamente il contrario. Il ‘godersi la vita’ non potrebbe che essere sinonimo di libertà, una libertà ‘assoluta’, che certo non dovrebbe essere in alcun modo limitata dalle regole antiche di una religione fuori dal tempo e dallo spazio.
E se, invece, così non fosse? Se il ‘godersi la vita’ fosse non soltanto una possibilità ma la missione (quasi la prerogativa) di ogni cristiano?
Si tratterebbe di un messaggio dirompente nella sua semplicità. Chiunque abbia fatto (e continui a fare) esperienza di Gesù risorto semplicemente non può non essere felice. Chiunque incontri il Padre della vita non può non godere a pieno del dono a lui riservato. Chiunque si professi cristiano non può non testimoniare ogni giorno con il proprio agire la bellezza di una vita donata.
Certo, tutto questo richiede un percorso. Un cammino che è spesso tortuoso. E non ci si dovrebbe aspettare il contrario nella consapevolezza di quanto, lungo il tragitto, la realtà della vita possa rivelarsi imprevedibile e complicata.
Shemà – ascolta – è allora un invito a fermarsi per riflettere, per pregare. Si tratta di un appuntamento che si propone di scoprire (o di ri-scoprire) il godimento di una relazione autentica di cui ci si illude di poter fare a meno. Senza sovrastrutture, senza frenesia. Un breve momento in cui non ci si estranei dalla propria realtà ma in cui, al contrario, si possa rileggerla e onorarla. La bellezza di un dialogo personale con il Padre alla luce del Vangelo.
Se l’emergenza sanitaria lo permette, gli incontri saranno: venerdì 6 novembre, 4 dicembre, 15 gennaio 2021, 12 febbraio, 12 marzo, 16 aprile, 14 maggio, dalle ore 21:15 alle ore 22:45.
Daniele Boscarato