La pastorale vocazionale

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Che cos’è il Centro Diocesano Vocazioni?

È un Ufficio Diocesano che promuove l’attenzione vocazionale nella pastorale ordinaria diocesana su indicazioni del vescovo.

Di cosa si occupa il CDV?

Si occupa principalmente della Pastorale Vocazionale Diocesana. In sintonia con il vescovo, ne segue le direttive in merito ad una attenzione vocazionale da sostenere o sollecitare nelle comunità della diocesi. Sappiamo che la Pastorale della Chiesa è tutta vocazionale, perché l’uomo e la donna possano crescere nella fede e fare della propria vita un dono a Dio e ai fratelli.

Insomma, il CDV concretamente cosa propone?

Possiamo dire che ci si muove a “diversi livelli”, quello con i ragazzi, quello con i giovani e con gli adulti. Inoltre ci sono attività che si svolgono su invito dei parroci e dei catechisti o su proposta dell’Ufficio stesso. Queste proposte si svolgono generalmente nelle parrocchie o in Seminario.

La pastorale vocazionale è ampia quindi… ad oggi quali sono le proposte esistenti? Come si svolgono?

Una prima attività del delegato diocesano è quella di far visita alle parrocchie, incontrando la gente, in particolare i ragazzi, i giovani e questo avviene lungo l’anno pastorale; ma c’è anche la proposta della settimana vocazionale (o più settimane) per essere presenti in una comunità per un tempo più prolungato e cercare di sollecitare tutti ad un’attenzione vocazionale, dai più piccoli ai più grandi. Lo scorso anno è avvenuto nell’Unità Pastorale di Ca’ Tiepolo e poi di Loreo. Come delegato cerco di far sì che assieme a me possa esserci sempre anche qualcun altro, spesso una suora. Invece, durante le settimane intere di animazione, siamo un gruppo più ampio: preti, suore, diacono, un seminarista (della diocesi di Adria-Rovigo, che quando può si rende disponibile).

Poi c’è l’ambiente del Seminario che è anche luogo di accoglienza e di incontro per i ragazzi.
La casa del seminario, quindi, si presta anche per queste iniziative?

Si, certo. Cerchiamo che i giovani o i ragazzi la sentano come una loro ‘dimora per lo spirito’.

Una proposta significativa è quella del gruppo Sicomoro per ragazzi delle scuole medie e superiori, ad oggi conta una ventina di ragazzi provenienti dalle parrocchie della diocesi. Una domenica al mese diamo appuntamento ai ragazzi per incontrarsi, riflettere sulla Parola di Dio, meditare, pregare, anche giocare, insomma conoscersi maggiormente tra loro e con Gesù. Il percorso prevede inoltre testimonianze ed esperienze di convivenza o campi vocazionali. 

Il Seminario è però luogo specifico per preparare dei giovani alla vita sacerdotale…

Si, è vero. Ad oggi, non ci sono ancora seminaristi. Lavoriamo per questo e cerchiamo di essere attenti ai segni che il Risorto ci dà. 

Questa domenica, 3 maggio, si celebra la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni e anche la giornata per il Seminario… 

Sì, in merito, vi invito a leggere gli articoli riportati in questo numero di “Nuova Scintilla”, del vescovo Adriano e di don Simone Zocca. Accenno soltanto che per questo mese di maggio è stato consegnato del materiale ai parroci per la preghiera del rosario vocazionale. Inoltre vi invito a pregare la Veglia diocesana per le Vocazioni, giovedì 7 maggio alle ore 21 dal sito della diocesi.

Come CDV, c’è qualche collaborazione con altri uffici diocesani?

Sì, soprattutto con la Pastorale giovanile. Su richiesta del vescovo Adriano, quest’anno pastorale è iniziato un cammino: Shemà, che raccoglie giovani (dai 18 ai 30 anni) provenienti da diverse realtà ecclesiali, in particolare dalle parrocchie e anche dall’oratorio salesiano (solitamente sono presenti circa una trentina di ragazzi). Sempre ci stupisce vedere come i giovani sanno mettersi in ascolto e preghiera davanti alla Parola di Dio e all’Eucaristia. È un incontro mensile fatto presso il Monastero delle Suore Clarisse di Porto Viro, che ci accolgono volentieri mettendoci a disposizione la chiesa e vari ambienti a seconda di come si svolge la serata. Le suore sono sempre presenti e ci accompagnano con la loro preghiera.

Cosa pensa di tutto questo?

Penso sia un grande dono poter lavorare nel campo della Chiesa con altri confratelli che stanno operando altrove nella diocesi. È un lavoro che non inizia oggi, ma che parte lontano nel tempo. Spetta a noi educatori intravedere i segni di una vocazione di totale consacrazione e aiutare a maturarla secondo lo sguardo amorevole di Dio. 

Che cosa chiederesti ad un giovane che si sta interrogando sulla propria scelta di vita?

Rispondo con le parole di Papa Benedetto XVI: “Non avere paura, Cristo non toglie nulla, ma dona tutto”.

Desideri futuri?

Si, tanti! Che tutto il nostro lavoro possa crescere e fiorire secondo la volontà del Padre nostro. Che la nostra Chiesa diocesana possa continuare a generare gente affascinata da Cristo. Che molti possano decidersi per un dono totale a Lui per essere collaboratori speciali dell’opera di Dio tra gli uomini. Ce n’è bisogno oggi più che mai. Abbiamo inoltre bisogno di giovani appassionati e coraggiosi, capaci di sfidare il mondo vivendo il regno di Dio qui sulla terra, e questa missione è di tutti i battezzati.

Una richiesta da fare?

Si, aiutiamoci tutti a tenere fisso l’obiettivo del nostro operare per le vocazioni. Inoltre incoraggiamo i giovani, stiamo loro accanto e lasciamo che i loro desideri trovino terreno buono dove crescere.

Devo dire, infine, che sento il sostegno di tante persone che pregano per tutto questo. E le ringrazio. In diocesi ci sono molte iniziative di preghiera per le vocazioni, intendo vocazioni alla vita matrimoniale, missionaria, sacerdotale, consacrata. Quasi ogni Vicariato propone un momento mensile di preghiera per questa grande causa, ma esiste anche il Monastero Invisibile, una rete di persone, che si impegnano a pregare personalmente per tale scopo. Ecco, tutto questo è sostegno e incoraggiamento perché i cuori dei fedeli si aprano alla Grazia di Dio.